Vacanze emotivamente sostenibili

L'altro giorno una persona mi ha scritto su instagram: “Ricordiamoci che le vacanze non sono solo nostre, ma anche dei nostri figli.” Sacrosanto, ma forse in questa community di persone così attente alle esigenze dei bambini serve di più ricordare il contrario: le vacanze non sono solo dei nostri figli ma anche nostre! Dobbiamo trovare un modo per sentirci gratificati e al rientro essere magari stanchi ma comunque appagati.

Una cosa che mi capita di suggerire di fare è proprio quella di identificare una o due cose che sono importanti per ogni membro della famiglia: qual è quella cosa che vuoi per te nelle tue vacanze? Una cosa che puoi fare ovunque ma che ti dia la sensazione di staccare davvero in mezzo a una giornata che è fatta necessariamente di compromessi. Andare a correre la mattina presto? Fare un'ora di yoga al tramonto a giorni alterni? Fare il pisolino dopo pranzo? Leggere senza interruzioni un'ora al giorno? È importante che ognuno conosca la risposta per sé e che ognuno interpelli o sappia cosa desiderano i figli. A quel punto si possono strutturare le giornate per tenere conto delle esigenze individuali di ognuno e il tempo in mezzo sarà tempo di bagni, di passeggiate, di picnic, di risate e piccole scoperte. E di fatiche certo, quelle non ce le toglie nessuno.

Marco ormai è diventato quasi un contributor fisso della newsletter perché riporto quasi sempre i pensieri che mi manda via mail: “Come sono cambiate le mie estati? Sono cambiate nelle priorità. Prima la priorità era il viaggio, la scoperta, l'esperienza. Ora la priorità è il ritmo, la sostenibilità degli sforzi, la godibilità delle giornate. Mi piace quando sappiamo riprogrammare le cose di fronte agli imprevisti e improvvisare soluzioni che facciano stare comunque bene la famiglia. Se dovessi pensare a cosa mi manca del prima, direi la spensieratezza: fare una valigia in un paio d'ore, partire senza pensare troppo a dove si andava, l'importante erano la compagnia e lo scoprire cose nuove, fare esperienze diverse, conoscere persone. Adesso il centro non sono più io, ma siamo noi. Ci sono più responsabilità, valuto conseguenze, imprevisti, fattibilità, bisogna programmare.” Eh sì la programmazione, se non diventa una gabbia, è la nostra migliore alleata. Ma è anche comprensibile che una parte di noi di ribelli all'idea di dover programmare anche in vacanza.

“Ho due bambini di 6 e 9 anni. Cosa mi manca? Costruire itinerari super intensi on the road che tengano conto anche di un po' di improvvisazione. Cosa mi piace? Che ci sono loro. Senza impegni scolastici o sportivi, senza schermi di salvataggio. Noi 4 e la vacanza. Trovo difficile convincere mio marito che anche se ci sono loro non dobbiamo pensare tutta la vacanza in loro funzione ma anche in base a cosa piace a noi, che contano anche i nostri desideri e gusti. Vorrei che potessero vedere tante cose diverse con il gusto di andare verso l'inesplorato, che la mancanza di comfort non significhi necessariamente una brutta vacanza. Grazie per avermi fatto riflettere su alcune cose: potrebbero aiutarmi nell'organizzazione di questa estate.” Laura

Mi auguro che questo collage di parole sia fonte di confronto e ispirazione per te che leggi. Come scrivevo nella newsletter su gioia e felicità, spero che si riesca a godersi le cose anche quando non sono perfette, che l'ideale non sia l'unica cosa in grado di farci stare bene. Poi ci sta, ci ritroveremo a settembre a fare un brindisi alla riapertura delle scuole, ma intanto queste sono le nostre estati, quelle a cui un giorno ripenseremo con nostalgia come adesso pensiamo a quelle dei nostri venti o trent'anni. Con il senno di poi, tutto tende a diventare più romantico.

[Questo è un estratto da una newsletter del Genitore Consapevole. Se vuoi iscriverti clicca qui]
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