Se non mi piace giocare con mio figlio sono un cattivo genitore?

foto: Giuli&Giordi

Diversi genitori si ritengono non adatti a giocare con i propri figli per via del sentimento di noia o impazienza che li coglie quando si ritrovano a dover eseguire le stesse sequenze un numero infinito di volte.
Giocare con le bambole, al mercato, al dottore, al garage delle macchine... Qualunque sia la situazione preferita dei vostri figli, è probabile che loro vogliano ripeterla ancora e ancora e ancora.

I bambini traggono grandissimo beneficio dalla ripetizione. Gli adulti spesso vivono cercando nuovi stimoli. I nostri cervelli hanno bisogni diversi, è comprensibile che i genitori si sentano annoiati all'interno di certe dinamiche di gioco.

Ma se spostiamo la nostra attenzione dal contenuto del gioco all'osservazione del bambino, la situazione potrebbe cambiare.

Osserva tua figlia (o figlio): questo è un momento formativo importantissimo per lei.

🔎 Guarda come si comporta: è concentrata? Che espressione e ha un viso?

🔎 Ascolta le parole che usa: dove le ha imparate? Sono parole tue? Le ha sentite fuori casa?

🔎 Osserva come si muove: cos'è cambiato dall'ultima volta che l'hai osservata?

🔎 Sii disponibile nei suoi confronti: vedi come si rilassa? Cogli i segnali di soddisfazione che manda?

🔎 Se si innervosisce, riesci a capire perché? C'è qualcosa che vuole fare e non riesce? Come puoi aiutarla a riuscirci?

Non occorre essere sempre presenti ovviamente, ma prendersi un po’ di tempo, ogni giorno, per osservarli ed esserci davvero è un dono per i bambini e per la relazione che abbiamo con loro. La consapevolezza nasce quasi sempre dall’osservazione e conoscenza del presente.

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Minacce e punizioni non funzionano.

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Come ci si comporta davanti a un figlio che ci dice cattiverie?