Minacce e punizioni non funzionano.
I bambini sono naturalmente portati a trovare la motivazione dentro di sé, ovvero fanno le cose per curiosità, per piacere, per sentirsi realizzati e felici. Ma un'educazione basata sulle minacce e le ricompense li porta ad agire in virtù di quello che si aspettano gli altri e questo riduce il piacere che provano nel fare le cose. E nel lungo periodo riduce la loro motivazione in generale.
Inoltre, le minacce, le punizioni e perfino un certo tipo di ricompense, minano la fiducia all'interno della relazione con i nostri figli: i bambini si sentono manipolati, non visti. È sempre meglio cercare la loro collaborazione in modo costruttivo, tenendo conto del loro livello di sviluppo e quindi avendo aspettative adeguate su quello che possiamo chiedere loro. Questo approccio richiede un po' più di lavoro, soprattutto su noi stessi come genitori, ma è estremamente più gratificante, efficace e coerente con quello che la maggior parte di noi desidera per i propri figli.
Eliminare minacce e ricompense dal proprio stile educativo, tra l'altro libera i genitori da un carico che rischia di diventare sempre più pesante perché man mano che i bambini crescono, sale l'asticella delle minacce e delle ricompense: si minacciano punizioni che non si ha nessuna intenzione di applicare e si annunciano premi sempre più importanti per superare l'assuefazione dei ragazzi. È chiaro che, alla lunga, risulta un sistema poco sostenibile sotto tutti i punti di vista.
Facciamo invece tesoro del ruolo educativo che abbiamo. Onoriamo questa responsabilità.
Fissiamo limiti chiari per i nostri figli.
Siamo assertivi quando ci rivolgiamo a loro.
Trattiamoli con il dovuto rispetto e diamo loro fiducia.