PopiHat di Lara Amadeo: accessori artigianali per bambini

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Lara Amadeo, fondatrice di PopiHat

38 anni, mamma di Caterina, 2 anni.

Laureata in Comunicazione Aziendale con passato da libraia.
Appassionata di yoga, ama circondarsi di persone talentuose con cui collaborare per far nascere progetti speciali.
Si definisce apprendista artigiana.

Ho letto sul tuo sito che PopiHat è nato dopo un periodo molto difficile della tua vita, che cosa ti ha aiutata a risollevarti e ricominciare?

Si è vero, sono caduta in una forte depressione, prima per la perdita del lavoro, poi per il post partum. Credevo di morire. La forza è cresciuta dopo un lungo lavoro su me stessa. Ho anni di terapie alle spalle ma la consapevolezza che potevo rifiorire è venuta dallo yoga. Non solo la pratica fisica ma l'applicazione nelle azioni quotidiane. La meditazione mi ha aiutata a riscoprire l'amore verso mia figlia. Quell'amore che mi ha talmente spaventata da farmi chiudere in me stessa. Ora è lei la mia musa. Caterina è la mia ispirazione quotidiana. Spero un giorno di poterle raccontare tutto questo.


Cosa ti ha ispirata a fondare PopiHat?

Sopratutto Caterina, mia figlia. Per lei è nato tutto questo. Cercavo un cappellino che le desse sollievo nelle giornate con troppo sole o troppo vento. Da quando è nata ha un piccolo problema all'occhio destro, il sole e il vento lo fanno lacrimare tantissimo. Inoltre ha gli occhi molto chiari. In commercio non trovavo nulla potesse soddisfare le mie esigenze, quindi ho fatto una ricerca e ho pensato che i bonnet che si usano tanto all'estero potevano essere la soluzione adatta. Ho iniziato con un prototipo e da lì non mi sono più fermata. Lei lo indossa tutti i giorni, ormai fa parte di lei.


Come descriveresti i capi che realizzi?

Prima di tutto pratici. Perché sono nati per rispondere a delle esigenze fisiche. Poi originali, romantici e un po' retrò. C'è un messaggio dietro ogni PopiHat: l'amore per la Natura, il rispetto per ciò che ci offre e la voglia di stare all'aperto più tempo possibile.
Alle mie clienti dico sempre che ogni PopiHat è un piccolo scrigno da riempire con tanti ricordi. Mi piace pensare a quando riguarderanno il loro bonnet da adulti e ricorderanno le giornate passate al sole da piccoli.

Produzione, vendita, logistica, comunicazione...ti occupi di tutto tu o hai qualcuno che ti aiuta? Come sei organizzata?

PopiHat sono io. Questo progetto mi sta dando l'opportunità di crescere professionalmente con i miei tempi e la mia organizzazione. Sono laureata in Comunicazione Aziendale, ho studiato grafica a scuola, poi ho un'esperienza decennale come libraia, dove mi occupavo della vendita, logistica, visual merchandising e organizzazione di eventi. Insomma mi sono costruita un piccolo bagaglio formativo.
Ho alle spalle ottime “collaboratrici” se posso chiamarle così. Sono le donne della mia famiglia. Mia zia e mia mamma hanno sempre lavorato in confezione per grandi marchi di moda. Mi stanno insegnando tutti i trucchi del mestiere. Le mie cugine sono fondamentali per coprire le mie lacune a livello di amministrazione e grafica.
Per l'aspetto di Social Media Manager sto imparando sul campo. Seguo tante ragazze che insegnano le basi attraverso webinar.


Qual è la parte del tuo lavoro che ami di più?

Mi diverte tantissimo creare i modelli, tagliare il tessuto e assaporare l'emozione a prodotto finito. Anche l'aspetto del Customer Care mi piace un sacco. Interagire con le clienti, cercare di soddisfare ogni richiesta per poi ricevere i loro feedback mi emoziona molto.


Quali sono i valori che vorresti trasmettere a Caterina nella sua crescita?

Di seguire il proprio istinto. Imparare ad ascoltarsi, e non aver paura delle emozioni. Sono convinta che sarà una bambina con un alto livello di sensibilità. Perché lo siamo sia io che il suo papà. Sappiamo cosa significa farsi trascinare dalle emozioni. Vorrei insegnarle tutte le tecniche che ho imparato in quest'ultimo anno per tutelarsi e trasformare in appagamento anche le situazioni negative.
E il rispetto. Per noi è fondamentale che impari a rispettare tutto ciò che ci circonda, che siano persone, animali e qualsiasi forma di vita o oggetto. Che sappia riconoscere anche chi non lo fa per tutelarsi per non soffrire.


Avresti un consiglio da dare a una mamma che magari nell’ultimo anno ha perso o dovuto rinunciare al suo lavoro?

Non è facile superare un momento simile. Ci si sente inutili ed emarginate. Ma ho imparato ad aver fiducia nel destino o nel karma, come volete chiamarlo. Se succede un fatto negativo è perché qualcosa più grande di noi sa che possiamo affrontare questa situazione ed è come se ci mettesse alla prova.
Siamo come sulle montagne russe, dopo aver toccato il fondo si risale. Sempre!
Quindi dobbiamo lasciarci trasportare dagli eventi, farci ispirare da ciò che ci circonda e attingere dal nostro bagaglio per creare qualcosa di nuovo e stupefacente. Che vogliate trovare un nuovo lavoro o crearne uno vostro su misura, fatelo con entusiasmo perché noi donne abbiamo davvero una marcia in più. Riusciamo a fare un sacco di cose in contemporanea, trovarci alla sera stanche morte e il mattino dopo ricominciare tutto da capo.
Non perdete mai la speranza!

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