Tre domande a Miriam Lepore, social media director e mamma
C’è un mantra o un pensiero che ti aiuta quando arrivano quei momenti in cui la vita familiare sembra fuori controllo?
Non c’avevo mai pensato fino a qualche giorno fa.
Avevo passato una notte in bianco e invece di riposarmi alle 7 mi sono dovuta alzare per portare a scuola la mia prima figlia. Non so come sono riuscita a veicolare tutta l’ultima energia rimasta e a far filare tutto liscio, affrontando come un gioco ogni ostacolo che mi veniva messo davanti.
Tornando a casa mi sono detta che avevo fatto una trasformazione alla Sailor Moon. Quindi d’ora in poi se mi ricapiterà probabilmente invocherò il potere della luna.
Cosa ti è stato di aiuto nel passaggio da una a due figli?
“Ogni figlio è unico” dice l’introduzione di un libro di uppa, e così è. Vero però che tante cose si sono già passate e la paura e l’ansia della prima volta non ci son più, questo consente di essere più sereni e rilassati, più in armonia anche con l’imprevedibile, perché sappiamo che può capitare e siamo pronti ad affrontarlo.
Il tempo per te, quando e come si inserisce nelle vostre giornate?
Non sono capace di seguire un grande insegnamento: dormire quando i bimbi dormono. Di solito uso quel momento per recuperare cose da fare.
Non avendo aiuti esterni è ancora più complicato riuscire a incastrare tutto, ed è qui che viene fuori il gioco di squadra: siamo due genitori e ci facciamo carico dei figli secondo le loro e le nostre esigenze lavorative e personali. Senza distinzioni. E se ho bisogno di stare chiusa in una stanza da sola parlo di questa esigenza e capiamo insieme come fare. Stessa cosa al contrario.