Tre domande a Marta Pavia, freelance e mamma
Hai portato Lucio tanto e da subito: che cosa ti ha dato questo?
Il primo mese il portare è stato salvezza: mi ha permesso, dopo mesi di clausura da Covid e da puerperio, di fare delle piccole gite in Liguria che mi sono rimaste scolpite nel cuore. Dopo, direi che ha significato tre cose:
comodità, per le mani finalmente libere e la possibilità di fare più facilmente i miei quattro piani di scale senza ascensore
sperimentazione, perché ho provato anche fascia lunga e ring e ho deciso di godermi il momento il più possibile;
armonia, perchè il portare è un ottimo modo per tenere in equilibrio, in questo momento, le mie esigenze e quelle di Lucio.
Poi, diciamoci la verità, varrebbe la pena di portare i bimbi anche solo per quel momento magico in cui improvvisamente abbandonano la testa sul tuo petto, fiduciosi, e si addormentano.
Com’è cambiato per te il concetto #feliceadesso da quando c’è Lucio?
Diciamo che da una constatazione è diventata una conquista. Mi sono resa conto, ora più che mai, che la serenità è frutto di una serie di scelte, e che le emozioni provengono molto di più dall’interno di quanto siamo abituati a credere.
Ora che ho Lucio comprendo molto più chiaramente che, davanti a ogni imprevisto o fastidio, ho due strade: quella del sorriso, del compromesso, dell’adattamento, oppure il muro di gomma della rabbia, della tristezza e della frustrazione. Sto imparando a imboccare la prima, consapevolmente, molto più spesso. Anche se, naturalmente, ogni tanto mi concedo il sacrosanto lusso di abbandonarmi allo scazzo cosmico per un po’.
Che ruolo ha la musica all‘interno della vostra famiglia?
Lucio è il nome di ben due cantautori italiani, e non è un caso. Io e Dario siamo sempre stati quelli che alle cene tirano fuori chitarra e fisarmonica e fanno cantare gli altri per ore (oddio, che nostalgia di quei momenti, dopo un anno di Covid!).
Ascoltiamo abbastanza raramente musica di sottofondo, perchè in verità per noi è un’attività relativamente impegnativa, ma sicuramente abbiamo calmato diverse volte Lucio (e noi stessi) con Norah Jones. Cantiamo continuamente, questo sì, e improvvisiamo canzoncine di cui cambiamo le parole per adattarle alla situazione. Abbiamo una canzone del bagnetto sull’aria di “Mack the knife” e una canzone della colazione sulle note di “Guantanamera”..