Tre domande a Giuseppe Mondì, fotografo e papà
Cosa è cambiato per te da quando è nata la tua prima figlia?
Se ci penso, io credo di essere sempre me stesso ma da quando è nata Celeste nel 2017 e poi Enrico nel 2020 è cambiato davvero tutto.
I tempi, i pensieri, la casa, il presente e il futuro.
La vita si divide senza dubbio nel pre-Celeste e post-Celeste.
Perché nel tuo modo di essere, nella tua vita, nel tuo quotidiano si inserisce una piccola vita che richiede te stesso al 100% . E gli equilibri di coppia e di famiglia cambiano costantemente perché i bambini cambiano, cambiano le loro abitudini, i loro sentimenti, il loro essere persone.
Qual era la tua paura più grande nel diventare papà?
La volontà di diventare genitore era enorme ma non per questo le paure non c’erano. Prima di tutto di non essere all’altezza e man mano che andavamo avanti riuscire a conciliare tutto. La nostra società non è propriamente facile da gestire per i genitori. Non parliamo poi da quando siamo entrati in piena pandemia, che ci sarebbe da scrivere un libro intero per le emozioni e l’incertezza che viviamo quotidianamente...
Quali pensi siano oggi i tuoi punti di forza come genitore?
Ho la fortuna di vedere crescere giorno dopo giorno Enrico e Celeste, vederne i cambiamenti, anche caratteriali e quindi riuscire ad intercettare (qualche volta) i malumori, i piccoli o grandi problemi. Essere genitori è percorso da fare insieme al proprio compagno/a e insieme ai bambini. Non c’è un manuale valido per tutti. Non ci sono percorsi che possono essere intrapresi da ogni genitore ad occhi chiusi. Certe volte si sbaglia, certe volte si fa bene, e forse la cosa più importante è capire che non siamo perfetti, come genitori e come persone, e proprio per questo umani. Con paure, sofferenze che ci rendono sicuramente perfettibili ma anche genitori che possono aiutare i bambini in un percorso di vita che sarà fatto di successi ma anche insuccessi.