Bambini ad alto contatto. Cosa vuol dire? Come si riconoscono?

Ricevo spesso domande sui bambini ad alto contatto, un tema che suscita grande interesse tra i genitori. In questo articolo, voglio condividere alcune riflessioni e risposte, con l'aiuto della doula Beatrice Gemma, per offrire una prospettiva più approfondita. Ricorda che ogni vissuto è individuale: possiamo parlare di situazioni comuni e raccontare esperienze, ma non esistono conclusioni assolute né un’unica strada giusta per tutti.  

Ho coinvolto in questo post anche anche la doula Beatrice Gemma perché quando qualche settimana fa raccoglievo le domande, lei mi ha scritto: “Mi viene così tanto da dire. Quanti bambini ad alto e altissimo contatto vedo nei mei puerpueri...e quanta fatica per le madri… È una fatica multidimensionale: emotiva e fisica. Eppure questa connessione così potente le rende sapienti, onnipotenti, quasi magiche per le loro creature. Peccato che il resto del mondo non se ne accorga e non le aiuti.” Mi è piaciuto moltissimo il suo sguardo e la sua delicatezza e ho pensato che il suo punto di vista potesse essere prezioso in questo post.

Premessa

Gli esseri umani nascono in una condizione di totale dipendenza. Hanno bisogno della prossimità della mamma (o di chi prende il ruolo di cuora) per sopravvivere. La richiesta di “stare vicino” alla propria fonte di sostentamento e sicurezza è fisiologica e istintiva in ogni neonato. Tuttavia, ci sono neonati che sembrano trovare serenità anche per brevi periodi di tempo da soli, mentre altri non riescono a rilassarsi se non sono a stretto contatto con il loro caregiver.

Come si riconosce un bambino ad alto contatto?

Beatrice Gemma: Spesso si sente parlare di bambini ad alto contatto o altissimo contatto quando alcuni bambini molto piccoli per calmarsi richiedono il contenimento della mamma in primis o del partner. Sono bambini che difficilmente trovano strategie per addormentarsi o calmarsi che non siano allattamento o essere cullati tra le braccia. Preparare i futuri genitori che questi comportamenti sono perfettamente fisiologici potrebbe aiutare a essere più consapevoli.

Cosa può fare una neo mamma che si ritrova con un neonato ad alto contatto?

Beatrice Gemma: Non è facile per una neomamma che probabilmente ha avuto l esperienza di un accudimento caratterizzato da una precoce indipendizzazione, nanna separata e allattamento a orari costruire la propria esperienza di maternità. Eppure creare una rete di sostegno che possa sollevare la madre da tutte le incombenze pratiche e anche dal carico mentale è il primo passo per realizzare il benessere mentale ed emotivo della madre. Con un supporto professionale o anche da sole la chiave è costruire una mappa delle priorità delle prime settimane e delegare delegare delegare.

Come gestire i momenti in cui anche il genitore ha bisogno di spazio? (

Elisa Pella: Ogni essere umano ha un limite oltre il quale non riesce più a dare senza pensare prima a sé. Accorgersi che si sta raggiungendo quel limiti è difficile, si pensa sempre, soprattutto come madri, di potersi “spremere” un po' di più. Ma eccedere può essere distruttivo. Una mamma che ha bisogno di spazio dal suo neonato ha bisogno di qualcuno che la aiuti e la sostituisca in alcuni momenti. E anche di avere fiducia nella sua piccolissima creatura, che sì è un esserino completamente dipendente, ma anche molto più forte e resilienete di quanto creda.

L'alto contatto può essere frutto di “cattive abitudini”?

Elisa Pella: L'alto contatto, così come l'alta sensibilità, sono caratteristiche individuali: non si inventano e non diagnosticano: si osservano e si impara come rispondervi. A volte i genitori considerano questi bambini più fragili e sviluppano un forte senso di protezione nei loro confronti. Può succedere allora che si creino delle abitudini che nel tempo non aiutano i bambini a imparare a tollerare piccole frustrazioni e spingersi al di fuori della propria zona di comfort.

Imparano mai a dormire da soli?

Elisa Pella: Imparano, sì. Hanno bisogno che i genitori si fidino della loro capacità di imparare. Hanno bisogno di chiarezza, di prevedibilità, di sentirsi al sicuro e sentire che i genitori sono sicuri di quello che stanno facendo quando decidono che è il momento di portare questo cambiamento.

Attenzione!

La teoria dell'attaccamento ci insegna che i bambini crescono più sicuri se hanno genitori amorevoli e attenti che rispondono con sensibilità ed efficacia ai loro bisogni. Ma non possiamo considerare i bisogni dei bambini senza considerare le risorse dei genitori. Quando diamo più di quando è per noi accettabile o tollerabile iniziamo a esaurirci e nessun neonato o bambini può beneficiare di un genitore allo stremo delle forze. Ricordati di te.

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