Siamo fatti a strati

Ci sono diversi “strati” che convivono in te e in ognuno di noi.

C’è il tuo io reale, ovvero la persona che sei oggi.
C’è il tuo io ideale, ovvero la persona che vorresti essere.
E c’è il tuo io interiorizzato, ovvero la persona che pensi di dover essere.

Allo stesso modo c’è il genitore reale (la mamma o il papà che sei), il genitore ideale (la mamma o il papà che vorresti essere e che probabilmente ogni tanto sei, ma per cui non ti dai abbastanza credito) e c’è il genitore interiorizzato (la mamma o il papà che pensi di dover essere in base a quello che hai visto, che ti viene detto o che interiorizzi da social e altri strumenti di comunicazione e marketing).

Ognuna di queste “versioni” di te ha idee, aspettative, obiettivi e rimpianti suoi.
Se parlano tutte insieme nella tua testa ci sarà un gran rumore e una certa confusione perché spesso non sono d’accordo tra loro.

Ti faccio qualche esempio:

  • Se sacrifichi te stessə e tutto ciò che ti fa stare bene per essere sempre presente e disponibile con i tuoi figli…

    • è possibile che genitore interiorizzato sia soddisfatto: “È così che si fa, metti al mondo i figli e poi te ne occupi, non c’è più tempo per sé!”

    • il tuo io reale però potrebbe sentirsi piuttosto in affanno: “Che fatica, non posso andare avanti così a lungo, scoppierò…”

    • e il tuo io ideale potrebbe chiedersi: “Dove sbaglio? Perché non riesco a essere genitore E portare avanti la mia vita di prima?”

  • Se passi tutto il weekend a giocare con i tuoi bambini…

    • il genitore ideale potrebbe essere soddisfatto: “Sono riuscitə a sintonizzarmi con loro e godermi questi momenti che non torneranno mai più.”

    • il tuo io interiorizzato potrebbe vederla in modo diverso: “Non posso solo pensare a giocare con i bambini, dovrei anche pulire la casa e riempire il frigo per la settimana, sono un disastro.”

    • e il tuo io reale potrebbe pensare: “Bello il tempo con loro ma anche che noia: non ne posso più di giocare, ho bisogno di una birra e chiacchiere tra adulti!”

A questo possiamo aggiungere diversi altri aspetti della vita. Pensiamo per esempio al lavoro:

  • se torni a casa tardi dopo una giornata lavorativa molto produttiva e trovi i bambini stanchi e nervosi…

    • il lavoratore reale e interiorizzato saranno soddisfatti e andranno d’accordo “Ottima giornata: ho fatto più di quello che mi aspettassi e l’ho fatto bene!”

    • la parte genitoriale però potrebbe sentirsi molto giù: “Lavoro troppo, così non ho tempo per loro, sto mettendo la mia realizzazione personale davanti ai miei bambini…”

Tutto ciò succede in misura diversa dentro ognuno di noi. È utile saper riconoscere queste voci ed essere consapevoli che ogni tanto una parte di noi sarà più soddisfatta dell’altra. Accettarlo serve a evitare di farci travolgere dal senso di colpa o dall’ansia da prestazione.

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FOBO, genitorialità e scelta della scuola