Scegliere vs sacrificarsi

Definire l’amore come sacrificio è un ottimo modo per far sì che la persona amata si trasformi in un peso.

L’idea che “il sacrificio” sia qualcosa di nobile nasce dal fatto che consideriamo “sacrificarsi” una rinuncia altruistica, fatta per il bene di un’altra persona o per uno scopo più grande.
Spesso però il termine “sacrificio” viene utilizzato per raccontare una rinuncia avvenuta contro la propria volontà o con la sensazione di non avere scelta. Se applicata a una relazione tra pari, significa che uno dei due sacrifica il proprio benessere o i propri sogni a beneficio di quelli dell’altro. La cosa pericolosa è che si genera così la sensazione di avere un “credito” nei confronti dell’altro.

Questo succede spesso anche nella relazione con i figli: si rinuncia a qualcosa per loro con l’aspettativa che loro ripaghino quel sacrifico con fedeltà, condiscendenza o magari realizzando i sogni che noi abbiamo lasciato in sospeso. 

Sicuramente l'amore richiede compromessi, ma pensare che sacrificarsi sia un modo "nobile" di amare è un retaggio che possiamo serenamente lasciarci alle spalle.

Penso che valga sempre la pena provare a ragionare in termini di scelte. Compiamo ogni giorno innumerevoli scelte. Alcune hanno poco impatto, altre portano a conseguenze che non riuscivamo a prevedere. Ma stiamo sempre scegliendo. Il sacrificio mette l’accento su ciò a cui rinunciamo. La scelta su ciò a cui diamo priorità. Formularlo in modo esplicito può fare vita a riflessioni e ragionamenti profondi e costruttivi.

Indietro
Indietro

Passione: audiostorie

Avanti
Avanti

Rotazione libri