Mio figlio non gioca da solo…come faccio?
È possibile insegnare ai bambini a giocare da soli?
Ricevo spesso domande sul tema del gioco autonomo, come ad esempio:
“Come posso insegnare alla mia bambina di 3 anni a giocare da sola?”
“Mio figlio non gioca mai da solo, come posso abituarlo?”
“Mia figlia richiede costantemente la mia presenza. Come posso farla giocare in modo indipendente?”
“C’è qualcosa che posso fare per aiutare mio figlio a intrattenersi da solo?”
“Quando mia figlia è a casa, devo anche lavorare, cucinare, telefonare... Come posso farla giocare da sola?”
Il mio obiettivo non è fornire risposte definitive, ma stimolare una riflessione. Ogni bambino è unico, con il proprio temperamento, indole e circostanze familiari. Quindi, il processo di apprendimento dell’autonomia nel gioco deve essere personalizzato. Tuttavia, possiamo fare alcune riflessioni utili.
Accettare il punto di partenza
Una premessa fondamentale è accettare la situazione attuale senza giudizio o impazienza. Chiediti: Per quanto tempo mio figlio è in grado di giocare da solo oggi? La risposta potrebbe essere 20 secondi o 10 minuti. Non importa: quello è il tuo punto di partenza. È essenziale costruire aspettative realistiche per evitare frustrazioni e poi lavorare per ottenere un miglioramento.
Il Gioco Autonomo: un processo graduale
La capacità di giocare autonomamente non è un interruttore che si accende all'occorrenza, ma una competenza da sviluppare nel tempo e un’abitudine da creare. Il denominatore comune delle domande che ricevo è: “Cosa posso fare io, genitore, per far sì che il mio bambino giochi da solo?” La risposta sta nella creazione di momenti di autonomia, dove ci abituiamo a osservare i nostri bambini invece di intrattenerli. Se vogliamo che imparino a giocare da soli (e che lo facciano quando ne abbiamo bisogno, per esempio per portare a termine una chiamata di lavoro o per preparare un pasto), dobbiamo essere costanti e dare loro l’opportunità di esercitarsi.
Seguire gli interessi dei bambini
Il gioco autonomo è efficace quando i bambini possono seguire i propri interessi. È importante che abbiano la libertà di esplorare e condurre il gioco, anche quando giochiamo insieme a loro. Evitiamo di dirigere o influenzare il loro gioco: lasciamo spazio alla loro creatività e iniziativa. Spesso pensiamo che ci sia un modo “giusto” di giocare, ma anche attività come esplorare un cassetto o strappare un foglio sono forme valide di gioco. La cosa fondamentale è creare un ambiente sicuro, dove non ci sia bisogno di monitorare costantemente i bambini per prevenire incidenti.
Accettare alti e bassi nel percorso verso l’autonomia
Il percorso verso l’autonomia è lungo e non sempre lineare. Ci saranno giorni in cui i bambini saranno più capaci di giocare da soli e altri in cui avranno bisogno di maggiore attenzione. È importante accettare queste fluttuazioni e comprendere che l’umore e le circostanze possono influire sulla loro capacità di intrattenersi da soli.
Gestire la noia e l’insofferenza
È normale che i bambini, lasciati a sé stessi, possano inizialmente non sapere cosa fare. Si lamenteranno e cercheranno la tua attenzione, ma la frustrazione fa parte del processo di acquisizione di nuove competenze. Se vogliamo che imparino a superare la fase della noia, dobbiamo a nostra volta imparare a non “salvarli” dalla noia con proposte o concessioni.
Il giusto equilibrio
Infine, per riuscire a stare da soli, i bambini devono avere soddisfatto il bisogno di stare con noi. Perciò, anche se sembra contro-intuitivo, momenti di gioco e attenzione dedicata sono un presupposto fondamentale per raggiungere l’autonomia. Ricorda: più i bambini si sentono sicuri del legame con i genitori, più saranno capaci di esplorare il mondo da soli.
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