Le minacce verso i bambini sono un abuso di potere

Quando trattiamo male i nostri bambini, loro non pensano che stiamo sbagliando.
Pensano di essere sbagliati. Di non meritare affetto e gentilezza.

La relazione genitore-figlio è fortemente sbilanciata, dobbiamo metterci tantissima cura per non rischiare di abusare della nostra posizione. Anche quando si sentono trattati ingiustamente, avviliti o arrabbiati, loro hanno bisogno di noi. Forse non ci pensiamo ma minacce, le punizioni e l’uso della paura come strumento coercitivo sono forme di violenza. L’uso della violenza, fisica o verbale, nella relazione tra un genitore e un figlio, è un abuso di potere.

Tra l’altro, la violenza insegna violenza, non rispetto. Non possiamo pensare di imporre la buona educazione con le maniere forti.

“Se non saluti la signora con gentilezza stasera non guardi i cartoni!”

Che cosa ci aspettiamo che succeda nella testa di un bambino che si sente rivolgere queste parole?
Penserà “Caspita è vero la gentilezza è importante, meno male che la mamma me lo ha ricordato” oppure “Uffa mi costringono sempre a fare quello che non voglio ma quando sarò grande mi vendicherò!”?

“Se non la smetti immediatamente di lamentarti ti do io un buon motivo per farlo!”


È più probabile che questa bambina pensi “Grazie papà che mi hai aiutato a tranquillizzarmi, ora mi sento meglio” oppure “Nessuno mi capisce, nemmeno il mio papà, sono un peso e non mi vogliono bene.”?
La violenza verso i bambini li fa sentire insicuri, non degni di ricevere affetto.

Crescere dei bambini è una responsabilità enorme e dobbiamo dimostrarci all’altezza del compito. Forse non abbiamo avuto la formazione o l’esempio migliore, ma possiamo, in qualsiasi momento, fermarci e scegliere di abbracciare un’educazione più rispettosa.

E se a usare la violenza con i genitori sono i bambini?

“Ti dirò, ultimamente anche io mi sento molto maltrattata da loro. Mi picchiano, mi urlano, mi rifiutano. Mi sento a pezzi.”
Questo è il messaggio che ho ricevuto su instagram da una mamma stanca e triste. So che non è la sola a trovarsi in questa situazione.

Quando affrontiamo il tema dei “bambini che picchiano” dobbiamo anzitutto capire di che fascia di età stiamo parlando. I piccolissimi usano il corpo per esplorare. Mordere e picchiare non sono comportamenti intenzionali ma istintivi. Se parliamo di bambini piccoli vanno considerati la necessità di imitare ciò che vedono (non solo a casa, ma anche negli altri ambienti che frequentano) e tutta la sfera emotiva e relativa immaturità, che spesso fa sì che i bambini ricorrano al corpo per esprimere sentimenti che non sono in grado di regolare e o verbalizzare. Per i bambini più grandi occorre considerare nuovamente l’esempio (ci sono situazioni in cui sono esposti a comportamenti aggressivi o violenti?), l’acquisita capacità o meno di gestire rabbia e frustrazione e la relazione che si è creata con il genitore.

Su questo ultimo punto vorrei fare alcune considerazioni:

  1. quando scegliamo di educare i nostri figli nel rispetto, capita che per non essere aggressivi andiamo all’estremo opposto e tolleriamo troppo a lungo comportamenti che non sono accettabili. Tornare indietro può essere particolarmente faticoso.

  2. è possibile che non abbiamo ancora trovato una voce autorevole con cui accogliere i bisogni E mettere limiti allo stesso tempo. I bambini percepiscono la nostra fragilità e testano i nostri confini.

  3. capita che siamo confusi sulle cose a cui dobbiamo (possiamo?) dire di no perché non vogliamo traumatizzare/privare/rerimere. Questo ci rende poco chiari e l’ambiguità che ne consegue crea nei bambini false aspettative che, se frustrate, possono scatenare grosse crisi.

  4. forse ci seduce l’idea di essere amici dei nostri figli e abdichiamo alle nostre responabilità di genitori educatori. Serve trovare una giusta distanza educativa.

La parola chiave, come spesso accade, è equilibrio. Dobbiamo essere equilibrati nei nostri comportamenti. Dobbiamo trovare un equilibrio tra uno stile troppo autoritario e uno troppo permissivo. Dobbiamo trovare un equilibrio tra essere troppo distanti o troppo vicini ai nostri bambini.

Tornando al messaggio della mamma che mi ha scritto su instagram, un passo fondamentale da fare è quello di cercare di prendersi cura di sé per uscire dal baratro della fatica e dell’auto-commiserazione e riuscire a guardare ai suoi bambini con uno sguardo più empatico, rendersi conto che il loro comportamento dice che loro sono in difficoltà e trovare la forza per rimettersi a lavorare sulla relazione. Ma prima ancora, bisogna ristabilire il limite. Comportamenti violenti nei nostri confronti non vanno mai tollerati: occorre fermarli subito e bisogna farlo in modo chiaro e amorevole, un modo che comunichi “so che hai bisogno di me anche se mi allontani, non ho paura di quello che vedo ma non posso permetterti di farmi del male.”

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