La risposta ce l’hai tu
Sempre più contenuti suggeriscono ai genitori cosa fare e cosa dire in mille situazioni diverse.
lo non credo che sia necessario essere così prescrittivi. Qualche suggerimento può essere utile ma ho paura che tutti questi input portino le persone a smettere di pensare con la propria testa: invece di dire questo dì quest’altro, se ti chiede questo rispiando così, quando ha una crisi fai cosà.
Questo può produrre un duplice effetto negativo:
Da una parte si crea una sorta di dipendenza dei genitore dai consigli esterni. A me ad esempio arrivano messaggi di persone che senza che io le conosca minimamente mi chiedo: “Mi è successo questo cosa devo fare?” Magari si tratta di qualcosa di molto intimo o delicato e pensano che io, senza conoscerli, possa sapere esattamente cosa è meglio per loro in quella specifica situazione.
Dall'altra poi si crea l'aspettativa che a un determinato script debba corrispondere una precisa reazione del bambino o della bambina. Di nuovo, le persone arrivano da me dicendo: “Io ho detto esattamente quello che devo fare (l’ho letto su Instagram, in un libro, l’ha detto Tizia”, lo faccio ma non funziona!” e quindi si scoraggiano ulteriormente pensando di non essere capaci o che ci sia qualcosa che non va nei loro figli.
Penso che dovremmo fare tesoro di tutte le informazioni che abbiamo, sono davvero preziose. A un certo punto però dobbiamo metterle da parte e tornare a pensare con la nostra testa perché le risposte, in ultimo, le abbiamo noi.
A cosa serve allora un percorso di parent coaching? Serve proprio a tornare a guardarsi dentro, a fare scelte intenzionali e coerenti, a ritrovare fiducia e sicurezza nel proprio modo di essere genitori.