Genitori alleati vs genitori antagonisti
Essere al fianco dei genitori vuol dire anche aiutarli a sentirsi alleati nella crescita dei figli. Bisogna uscire dalle dinamiche nocive del "io so di più", "mi impegno d più", "faccio di più" e trovare invece il modo di aiutarsi e valorizzarsi a vicenda.
Nei giorni scorsi, in tre sessioni diverse mi sono sentita dire che a seguito del percorso fatto insieme, i genitori sentono maggiore aiuto e complicità all’interno della coppia per quanto riguarda l’educazione dei figli e soprattutto la gestione dei momenti “difficili”.
La prima a dirmelo è stata una mamma che ha fatto un percorso in gruppo e ha detto di essere riuscita a condividere i suoi pensieri con il compagno per arrivare insieme a scegliere nuove modalità di relazione e piccoli cambiamenti da portare in famiglia.
La seconda è stata una coppia: hanno fatto il percorso insieme e questo ha dato loro la certezza di avere una visione comune, li ha fatti sentire alleati e gli ha consentito di valorizzare le loro differenze anziché criticarle.
La terza è una mamma che ha fatto il percorso sulla gestione dei conflitti in famiglia. Ha detto di trovare ancora piuttosto sfidanti i litigi tra i figli pur sentendo di avere maggiori strumenti, ma ha notato invece una significativa riduzione della conflittualità con il compagno e una gestione molto migliore dei momenti di disaccordo.
La sfiducia reciproca all’interno coppia può essere uno dei principali ostacoli all’evoluzione personale come genitori, ma quando di base c’è rispetto e curiosità, il percorso di uno può contribuire alla crescita di tutti, e il benessere della coppia si riflette sul benessere dei figli.
Ci sono un paio di dinamiche che si ripetono all’interno delle coppie che sperimentano conflitto e antagonismo.
L’educazione ricevuta e le esperienze fatte nella vita si traducono in credenze che influenzano i rispettivi stili genitoriali: fatichiamo a comprenderci a vicenda perché le nostre storie sono diverse. Finché cercheremo di affermare che uno ha ragione e l’altro ha torto non faremo che acuire la nostra rivalità: è necessario comprendere il punto di vista dell’altro, cosa influenza le sue scelte e in che modo quello che fa ha senso se visto dalla sua prospettiva.
La distribuzione del carico domestico e familiare è avvenuta senza negoziazione, senza confronto e senza un accordo esplicito. Di conseguenza, il carico è finito prevalentemente sulle spalle di uno dei due membri della coppia (tipicamente la donna), che è insoddisfatta della situazione ma non sa come cambiarla (o peggio pensa di non averne il diritto). Si innescano dei meccanismi di recriminazione perpetui in cui ognuno dei due membri della coppia non si sente visto e valorizzato per il proprio contributo e per “vendetta” sminuisce il contributo del parner. È necessario riconoscere che la situazione in cui ci troviamo è stata creata da una concorrenza di responsabilità e che per cambiarla serve un approccio costrittivo e un ascolto attento sia dei propri bisogni che di quelli del partner.
Ad aggravare queste situazioni c’è la pressoché totale assenza di strumenti adeguati ad affrontare conversazioni complesse e a parlare di sentimenti. Siamo vittime di automatismi comunicativi spesso orientati all’aggressività e alla prevaricazione che annullano ogni possibilità di trovare accordi costruttivi e compromessi soddisfacenti.
La comunicazione è uno degli ambiti relazionali su cui possiamo fare maggiori miglioramenti a livello sia individuale che collettivo.