Disciplina positiva e genitorialità consapevole

Disciplina positiva e genitorialità consapevole

La disciplina positiva è un’educazione alle competenze fondamentali per la vita portata avanti in modo rispettoso e autorevole.
Credo fortemente nella disciplina positiva, ma preferisco parlare di genitorialità consapevole.

I nomi sono importanti e la mia esperienza professionale mi ha mostrato che per tante famiglie cambiare approccio educativo genera molte domande e una certa confusione. Il termine “positiva” rischia di indurre le persone a pensare che i “no” e le restrizioni siano bandite e che la risposta dell'adulto debba sempre essere positiva: questo è fuorviante. Positivo è l'atteggiamento (rispettoso, empatico, accogliente), non il contenuto.

Abbiamo la responsabilità di aiutare i nostri bambini a comprendere come muoversi in questo mondo complesso che hanno appena iniziato ad abitare e questo ci impone anche, a volte, di scontentarli, mettere loro dei limiti e generare in loro qualche frustrazione. La consapevolezza ci aiuta a formulare aspettative adeguate in modo da non aspettarci dai bambini “prestazioni” al di sopra delle loro possibilità, situazione che è l'origine della maggior parte delle tensioni all'interno delle famiglie.

Intenzionalità

Un'educazione consapevole prevede una approccio intenzionale. Questa per me è la parola chiave. Le nostre azioni e le nostre parole, nella relazione con i bambini, possono essere il frutto di scelte fondate sui nostri obiettivi e sui nostri valori anziché il risultato dell'umore del momento, delle pressioni sociali che subiamo o delle ferite che ci portiamo addosso.

Prendo in prestito una frase della psicologa Stefania Andreoli che riassume benissimo questo concetto: “Ai figli non serve una brava mamma, che sappia sempre cosa fare. Ai figli serve una mamma consapevole, che sappia perché fa quel che fa.”

Non c'è nulla di più vero. E a volte, nel mondo in cui viviamo, sembra non ci sia nulla di più difficile. Mi confronto quotidianamente con adulti che dubitano delle proprie scelte di genitori per vari motivi:

  • stanno cercando di perseguire un'educazione di cui non hanno avuto esempio

  • non hanno il sostegno di partner, familiari o magari nemmeno amici

  • non hanno molte occasioni di confronto con persone che la pensino come loro

  • non sono stati cresciuti con una grande fiducia in se stessi

  • hanno la testa piena di frasi fatte su cosa significhi essere un “buon genitore”

  • vengono sommersi da consigli indesiderati di ogni tipo

Tra l'altro, educare con rispetto è una scelta estremamente impegnativa per i seguenti motivi:

  1. Non sempre i risultati sono immediati, perché si accetta che i bambini sono bambini, si conoscono le dinamiche che governano la crescita e lo sviluppo e non si cerca di cambiare la loro natura attraverso l'uso di strumenti coercitivi

  2. Essere intenzionali è faticoso, significa lavorare costantemente su se stessi, mettersi in discussione ed essere sempre in evoluzione

  3. Siamo cresciuti in una società che non ci ha insegnato a comunicare in modo costruttivo e siamo vittime di automatismi che ci rendono più facile aggredire o difenderci piuttosto che ascoltare. Ma educare con rispetto significa praticare quotidianamente consapevolezza ed empatia, comprendere i propri bisogni e quelli degli altri e trovare delle soluzioni di compromesso

Perché farlo?

Perché lo facciamo allora? Perché scegliere questo approccio se è così impegnativo? Credo che ognuno sia libero di dare la propria risposta.
Mi vengono in mente i motivi che hanno portato me su questa strada prima a livello personale e poi a livello professionale.

  • Perché credo che i bambini siano creature meravigliose. La loro ingenuità, la loro curiosità e il loro stupore vanno protetti.

  • Perché non credo che la violenza e la paura siano strumenti educativi.

  • Perché i bambini sono naturalmente inclini a imparare dalle persone che amano e stimano: se investiamo sulla relazione aumenterà anche la nostra efficacia.

  • Perché il cervello è un organo plastico, continua a modificarsi attraverso le esperienze che compiamo e le più importanti tra queste, per i bambini, sono proprio le interazioni con i genitori.

Così spesso ci aspettiamo dai piccoli cose che non sono in grado di fare e li rimproveriamo per competenze che non hanno. Come possono capire o imparare in una situazione del genere? Voglio che mia figlia si senta rispettata e che cresca avendo rispetto per se stessa. Il rispetto nasce dall'ascolto e dalla comprensione dell'altro, se siamo in grado di comprenderlo, dall'accettazione dell'altro, laddove qualcosa ci sfugga.

Vorrei vivere in un mondo migliore e da dove partire se non dai noi stessi?

Vorrei che avessimo meno paura e più fiducia negli altri perché solo così possiamo davvero costruire vite ricche di significato. E da dove partire se non dall'esempio che diamo in casa? L'esempio è la più grande forma di rivoluzione. Non è eclatante, ma è profonda e duratura. So che persona e che genitore voglio essere e mi impegno ogni giorno per farlo.

E ho creato Il Genitore Consapevole per farlo insieme a voi.

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