Stili genitoriali e sviluppo

Gli stili genitoriali

Parlare di stile genitoriale può sembrare una categorizzazione eccessivamente netta e riduttiva perché siamo individui complessi e difficilmente aderiamo a tutte le variabili che definiscono un determinato gruppo, è molto più probabile che riflettiamo diversi tratti di due o più sottoinsiemi.

È però molto utile comprendere da dove arriva il concetto di stile genitoriale e in che modo può portare consapevolezza alle nostre scelte.

Lo psicologo di origine tedesca Kurt Lewin, considerato il padre della psicologia sociale, nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale si prefisse di studiare come i bambini rispondono all'ambiente emotivo e relazionale in cui agiscono. In uno degli esperimenti più famosi, Lewin e i suoi colleghi presero un gruppo di bambini di 10 anni e lo divisero in due. Al primo gruppo assegnarono una guida capace di ascolto e supporto, che incoraggiava i bambini a prendere le proprie decisioni e forniva loro feedback quando richiesti. Al secondo gruppo venne assegnata una guida autoritaria, che diceva ai bambini ciò che dovevano fare, non lasciava loro autonomia nelle decisioni e dava giudizi in base a parametri che non spiegava o condivideva. I gruppi vennero osservati per un periodo di tre mesi nello svolgimento di diverse attività. Questo è quanto riportato dai risultati delle osservazioni:

  • opere e manufatti realizzati da entrambi i gruppi avevano un simile livello di qualità

  • i bambini del secondo gruppo mostravano scarso interesse verso le attività proposte e una tendenza al risentimento e ad accusare i compagni per i propri errori

Le conclusioni a cui si arrivò furono che i bambini tendono a dare il meglio di sé quando guidati da un adulto rispettoso e incoraggiante. Oggi ci verrebbe forse da sgranare gli occhi e sospirare: “Eh beh!”, ma allora non era affatto scontato e in realtà quello che succede all'interno di molte case e molte scuole ancora oggi dimostra che c'è tanta strada da fare in questo senso.

Stili genitoriali ed effetti di lungo periodo

Gli studi sugli stili genitoriali sono stati portati avanti in numerose altre ricerche ed esperimenti. La psicologa dello sviluppo Diana Baumrind si è dedicata all'argomento per decenni. Per un approfondimento sugli stili genitoriali ti rimando a questo articolo sul sito. Qui mi interessa analizzare gli effetti di lungo periodo che ogni stile può avere sulla crescita e sullo sviluppo dei bambini.

Come è immaginabile, la cosa più pericolosa per un bambino è avere genitori trascuranti. Sento di poter che dal momento che stai dedicando del tempo a questo approfondimento tu non ricadi in tale categoria.

Siamo invece più predisposti verso un approccio autoritario, che può derivare dalle proprie esperienze, da un'idea gerarchica della famiglia o dalla mancanza di competenze comunicative e strumenti che consentano di sentirsi efficaci senza usare “le maniere forti”. Gli studi dimostrano che spesso all'interno di uno stile autoritario il genitore esercita una sorta di “controllo psicologico” sul bambino per portarlo a fare ciò che l'adulto vuole. Una forma diffusa di controllo psicologico è trasmettere la sensazione che quando il comportamento del bambino non rispetta le aspettative dell'adulto, l'adulto “ritira” il suo amore e la sua stima nei confronti del bambino.

Così non mi piaci.
Solo i bambini monelli si comportano in questo modo.
Se non mi obbedisci divento triste.

Nessun genitore intende ferire i propri figli, si sta solo cercando di modificare un comportamento indesiderato, ma si perde di vista il fatto che messi davanti a queste frasi e atteggiamenti i bambini si identificano con il proprio comportamento, pensano di essere sbagliati come persone e nel lungo periodo tendono a sviluppare una minore fiducia in se stessi, un senso di inadeguatezza e/o un forte bisogno di piacere al prossimo.

Sul fronte opposto, uno stile permissivo spesso origina dalle migliori intenzioni: si tratta di genitori gentili, accoglienti, accudenti e indulgenti che preferiscono evitare il conflitto e che nel perseguire questo obiettivo perdono di coerenza e affidabilità. Il risultato è che viene trasferito troppo potere ai bambini, che però non lo sanno gestire. Senza limiti i piccoli crescono emotivamente più insicuri e tendono a essere più egocentrici e incapaci di considerare i bisogni degli altri.

Riporto, tradotta da me, una bellissima riflessione di Iris Chen, autrice di Untigering, un saggio in cui racconta il suo allontanamento dal tiger parenting, uno stile genitoriale tipicamente cinese in cui i genitori sono fortemente dedicati ad assicurarsi il successo accademico, sportivo e relazionale dei figli:

“Per certi versi il permissivismo è più insidioso dell'autoritarismo perché i suoi effetti nocivi sono nascosti dietro a un sorriso. Valori come rispetto, empatia e libertà sono utilizzati per giustificare comportamenti inappropriati e fuggire le responsabilità. Se come genitori vogliamo perseguire la pace e il rispetto dobbiamo farlo al di là delle nostre quattro mura e insegnare a dare valore al bene comune.”

In altre parole: limiti e regole ci servono a far sì che la libertà non si trasformi in una licenza e l'autonomia non porti a forme di abuso. È un concetto fondamentale. Abbiamo la responsabilità di crescere individui capaci di ascoltare sia se stessi che gli altri, e i primi altri siamo noi genitori. Il nostro modo di ascoltare e rispettare informerà il loro. I limiti e le regole che mettiamo definiranno i confini della loro libertà per assicurare il rispetto delle persone e dell'ambiente in cui i bambini crescono e vivono.

Sono o non sono autorevole?

Quindi ci resta lo stile autorevole, i cui princìpi probabilmente conosciamo a memoria:

  • diamo il buon esempio

  • diamo regole chiare e comprensibili

  • incoraggiamo il dialogo

  • assumiamoci la responsabilità delle decisioni importanti

  • lasciamo degli spazi di autodeterminazione

  • supportiamo l'autonomia di azione e di pensiero

  • accogliamo i sentimenti senza giudicarli

  • diamo feedback positivi

In questo modo cresceremo bambini che diventeranno adulti più indipendenti, con una buona fiducia in sé, capaci di dialogare e costruire relazioni positive.

Non dobbiamo però fare l'errore di credere che questo significhi che dovremmo vivere in famiglie che funzionano tutte allo stesso modo. Mi verrebbe da dire ogni genitore autorevole è autorevole a modo suo. Dalla teoria dell'attaccamento abbiamo appreso che quello che determina la nostra capacità di influenzare i nostri bambini (e che quindi ci attribuisce autorevolezza) è la qualità del legame che abbiamo creato. In una genitorialità rispettosa e consapevole, che mette la relazione al centro, sappiamo che i manuali sono utili ma non sufficienti: ogni genitore è diverso, ogni bambino è diverso e ogni relazione è unica. Ci saranno famiglie in cui, date una serie di buone pratiche, le fondamenta dell'autorevolezza sono una relazione complice e giocosa, altre in cui sono la chiarezza comunicativa e la coerenza dei genitori, altre ancora in cui autonomia e collaborazione sono al centro dell'efficacia genitoriale.

Come sempre, quello che funziona per altri non è detto che funzioni per te. Non c'è solo un modo per essere genitori e non c'è solo un modo per essere genitori autorevoli. Così come non c'è solo un modo per coltivare un attaccamento sicuro. I modi sono tanti quante sono le famiglie.

Questo testo è tratto dalla newsletter mensile del Genitore Consapevole. Se vuoi iscriverti puoi farlo qui. 
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