Fiducia ed emozioni
Se sei una mamma o un papà, è possibile che in uno o più momenti della tua vita da genitore tu ti sia sentitə sopraffattə, esausta o incapace... Probabilmente hai comunque cercato di sorridere, di annuire, e di rispondere “tutto bene” a chi ti domandava “come va?”
Se sei una lavoratrice o un lavoratore è possibile che in certe occasioni tu ti sia sentitə non all’altezza, confusə o inadeguatə... E probabilmente hai fatto finta di nulla, hai cercato di mostrare sicurezza e cavartela.
Ci vuole una grande sicurezza per riuscire ad ammettere le proprie emozioni senza paura di essere giudicati per ciò che si prova.
Per riuscire a dire:
“Questa cosa mi sembra più grande di me, a volte ho la sensazione di non farcela”,
oppure:
“Non ho capito quello che avete appena detto, potreste spiegarmelo in modo più semplice così che io riesca a comprenderlo appieno?”
Perché ci sembra così difficile?
In parte perché crescendo siamo spesso statə giudicatə per le nostre emozioni e abbiamo imparato a nasconderle. Abbiamo interiorizzato che la nostra vulnerabilità ci rende meno “attraenti”.
In parte perché la società ci vuole forti e performanti e cerchiamo di mostrarci tali.
Ma nascondere la fragilità non significa essere forti.
La fiducia in sé ha molto più a che fare con la sensazione di potersi permettere momenti o periodi di vulnerabilità senza che questi ci definiscano.
Una domanda da farci nella relazione con i nostri figli dunque è questa: sto insegnando ad essere a proprio agio con le emozioni? E quindi, più in generale, gli o le sto insegnando a accettarsi per chi è?