Adolescenti educati con la disciplina positiva
“Come sarà il rapporto con figli adolescenti educati secondo la pedagogia dolce?”
Ho ricevuto questa domanda molto interessante via instagram. Premesso che non predìco il futuro e che ovviamente ogni famiglia sarà a sé., provo a fare delle considerazioni generali.
L’obiettivo della disciplina positiva non è l’obbedienza dei figli piccoli o l’amicizia dei figli adolescenti. Avere cresciuto i nostri figli nel rispetto non ci garantirà un’adolescenza priva di conflitti, e aggiungerei: giustamente! Nel migliore dei casi possiamo aspettarci un rapporto “normalmente conflittuale”, in cui l’adolescente fa l’adolescente e il genitore è in grado di capire e non personalizzare i comportamenti. A volte ci sarà un po’ di insofferenza reciproca, a volte qualche bel momento di confronto o risata.
Quello per cui lavoriamo è
la costruzione di una relazione solida fondata su rispetto e fiducia
la creazione di un canale di comunicazione sempre aperto che ha come presupposto l’ascolto
il mantenimento di una giusta “distanza educativa” che consenta al genitore e al figlio di fare ognuno il proprio ruolo
L’adolescente saprà quindi di poter contare sul genitore in caso di bisogno e dal canto suo il genitore eviterà di provare a farsi raccontare ogni dettaglio della vita dell’adolescente come se fosse un migliore amico.
A volte ci daremo una pacca virtuale sulla spalla pensando “questa cosa è merito anche mio” oppure “ho fatto un buon lavoro”, altre volte alzeremo gli occhi al cielo pensando “ma con tutto l’impegno che ci ho messo…”
Scegliamo l’educazione a lungo termine soprattutto per crescere adulti capaci di autodeterminazione senza prevaricazione, in grado di perseguire il proprio benessere senza nuocere al prossimo e di saper mettere limiti in modo rispettoso. Uomini e donne capaci di relazionarsi evitando di giudicare, emotivamente intelligenti e mentalmente flessibili.
In più è soprattutto qualcosa che facciamo per noi: perché ci crediamo, perché ci piacciamo di più così. Perché è la nostra rivoluzione.